• L’antico amore

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    Nel nuovo libro di Giovanni De Maurizio l’amore diventa un ponte tra epoche, intrecciando i destini di due figure lontane nel tempo: il poeta latino Catullo, emblema della passione tormentata, e un anziano professore di letteratura. Quest’ultimo trascorre gli ultimi anni della sua vita accanto a una giovane badante. Attraverso gli occhi della donna, attenta e rispettosa, scopriamo la storia di un uomo che ha vissuto un amore straordinario, capace di stravolgere ogni cosa. Parallelamente il romanzo ci porta alle ultime ore di vita di Catullo e i suoi versi infuocati risuonano tra le pagine, riflettendosi nell’anima del professore, che rivive le gioie e i dolori di un amore assoluto. Con grande maestria, De Giovanni alterna passato e presente, creando un dialogo tra due epoche che si specchiano nei sentimenti universali dell’amore e del rimpianto. Questa storia è un viaggio nelle emozioni profonde, che esplora la capacità dell’amore di donare bellezza ma anche di infliggere ferite. “L’antico amore” è un’opera che fonde poesia e narrazione, restituendo al lettore il ritratto di due vite segnate dall’intensità dei loro sentimenti.

    19,50
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  • Il richiamo della montagna

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    Con il suo libro “Richiamo della montagna” Matteo Righetto ci conduce in un viaggio affascinante alla scoperta del richiamo ancestrale della montagna, un’attrazione primordiale che ci connette a un tempo in cui l’uomo viveva in armonia con il selvatico. Il termine “sylvaticus”, che significa “appartenente alla selva”, diventa il punto di partenza per una riflessione profonda sulla nostra relazione con la natura incontaminata e sul bisogno di riscoprire quella parte di noi che non è stata ancora addomesticata. Un tempo il selvatico non era solo un luogo fisico, ma anche un’esperienza interiore fatta di piacere, smarrimento ed estasi. Gli uomini del passato abitavano luoghi che, sebbene apparentemente ostili, si rivelavano ricchi di vita e spiritualità. Oggi però quegli stessi luoghi, un tempo intatti e rispettati, sono spesso ridotti a vittime di uno sfruttamento indiscriminato. Attraverso immagini e storie che racchiudono la forza e la bellezza della vita di montagna, l’autore ci spinge così a riflettere sul legame che abbiamo attualmente con il mondo selvatico, un legame che è andato affievolendosi, ma che possiamo ancora recuperare. Questo libro non è soltanto un’ode alla natura, ma anche un invito a riscoprire la nostra essenza più autentica vivendo il mondo selvatico. L’opera non si rivolge solo agli appassionati delle grandi vette, ma a chiunque desideri riscoprire un senso di appartenenza e una connessione più profonda con il mondo naturale.

    14,00
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  • C’era la luna

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    Roma, 1967. Sara Mei è una giovane ragazza curiosa e piena di vitalità, che si sta affacciando alla vita adulta. Si sente intrappolata in un’età che non le appartiene più, e appena approdata al ginnasio, si rende conto che quel mondo intermedio le sta già stretto. La sua mente e il suo sguardo sono rivolti oltre, verso i piani alti della scuola, dove gli studenti del liceo sembrano muoversi con sicurezza, come se avessero già tutte le risposte. E così, fa amicizia con un gruppo di ragazze più grandi di lei, donne con una personalità forte e con una femminilità sfacciata che la affascina, lontana da quella che lei aveva sempre conosciuto. Determinante è però l’incontro con Saverio, il fratello di una delle ragazze, bellissimo, colto e impegnato nel fervore politico degli anni Sessanta, e con il quale Sara vivrà le sue prime esperienze incisive. Tra serate al Piper, proiezioni nei cineforum, esperienze sessuali timide ma cariche di emozione e le preoccupazioni familiari che non la lasciano mai, Sara cresce. È il 1969, un anno che segna la sua maturazione ma anche il momento in cui le sue illusioni, così come quelle del mondo intero, sono messe alla prova. Lo sbarco sulla luna segna l’apice della speranza, ma l’esplosione di una bomba spezza il sogno di un’epoca. Il romanzo “C’era la luna” ci immerge in un’epoca di grandi speranze, di giovani uniti e di diritti da conquistare, dove il futuro, pur incerto, pulsava di infinite possibilità.

    18,00
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  • Hamartía

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    Nella Roma vibrante e in trasformazione della primavera del 1967, nasce una storia d’amore queer che esplora il conflitto tra dovere e desiderio. Lucas, un giovane seminarista, incontra Cristiano, un ragazzo audace e spensierato che vive la sua omosessualità con libertà e coraggio. Ciò che inizia come un incontro casuale si trasforma presto in una relazione intensa, quando Lucas va a vivere con Cristiano per alcuni mesi. Nonostante le loro differenze e i contrasti tra i loro mondi, i due costruiscono un legame profondo. Lucas si trova così catapultato in un ambiente che sfida le sue convinzioni e la sua identità. Tra i sentimenti per Cristiano, gli amici che lo accolgono come una nuova famiglia e il richiamo degli insegnamenti del seminario, Lucas dovrà fare i conti con le proprie convinzioni e decidere a quale forma di amore restare fedele. “Harmatia” è una storia intensa, ambientata in un’epoca di grandi mutamenti, che esplora il significato della libertà, dell’identità e dell’amore in tutte le sue sfumature.

    22,00
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  • La ribelle. Vita straordinaria di Nada Parri

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    Libro presentato da Edoardo Nesi nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2025.

    Una grande storia d’amore, vera e tragica come le grandi storie d’amore. La guerra, la Resistenza, la ricostruzione: la storia che travolge le nostre esistenze e le indirizza come un destino.
    La vita di Nada, donna ribelle e coraggiosa, ci porta a riflettere sulla speranza che ogni generazione, contro ogni apparente ragionevolezza, continua a riporre nel futuro.

    Nada ha vent’anni, una bambina di due ed è sola. Il marito è partito volontario per la guerra in Africa. La sua famiglia è lontana e nella nuova città dove abita non conosce quasi nessuno. Hermann di anni ne ha quasi quaranta, una famiglia in Germania, è sottufficiale della Wehrmacht e odia Hitler. Si incontrano per caso in un pomeriggio d’inverno a Marina di Carrara e si innamorano. Insieme decidono di fuggire, lei da una famiglia sbagliata, lui da un esercito che da alleato è diventato occupante e invasore. Scappano sui monti e si uniscono ai partigiani. Rischieranno la vita, parteciperanno alla liberazione di Parma, convinti che il futuro sia dalla loro parte. Non sarà così. Giorgio van Straten ci porta sapientemente sulle tracce di Nada e di Hermann, inseguendo persone, documenti, oggetti, fotografie: riaffiora così una storia incredibile e ricca di colpi di scena. Una ricerca che ci fa ‘inciampare’ in domande e interrogativi che riguardano tutti: l’amore è una forza capace di travolgerci, anche di farci rischiare la vita stessa? I grandi sogni della giovinezza indirizzano tutta la nostra esistenza o sono destinati a diventare fonte inesauribile di nostalgia e frustrazione? Le cicatrici di esperienze così travolgenti possono essere nascoste e dimenticate?

    Proposto da Edoardo Nesi al Premio Strega 2025 con la seguente motivazione:
    «È con la lucidità e il puntiglio dello storico che Giorgio Van Straten sceglie di raccontare la vita e la Resistenza di Nada Parri, e però non sorte mai – non può sortire – dal suo destino d’essere narratore, così ci regala La ribelle, un volume inconsueto e prezioso, antico e modernissimo, colmo di storie immense, d’attenzioni e di grazie, di nomi e di date, di ferite e dolori, di destini. Vive e palpita nelle pagine la figura di Nada Parri grazie alla lingua ricca e al tono composto e accorato di questo affresco d’un tempo furente e insensato. È un viaggio coraggioso nella terra accidentata della memoria quello che Van Straten intraprende, costellato di documenti frammentari e ricordi fallaci e lettere lancinanti e umanissime che però riescono mirabilmente a restituirci – intatta e splendente e vera – la vita amara di una donna comunista che si trovò a inseguire l’amore lungo i diacci sentieri della Storia.»

    19,00
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  • Baracca e burattini

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    Libro presentato da Massimo Gramellini nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2025.

    Intorno alla Casa Blu ruotano i non detti e il buio della famiglia, ed è lì che con fatica ma anche con determinazione si riesce a illuminare lo strascico di violenza, di abbandoni e rinascite che Elle sta ancora scontando sulla sua pelle.

    Elle fa l’attrice con convinzione e con altrettanta convinzione dipende da sostanze psicotrope. Alle sue spalle c’è la storia di una famiglia che si allunga dal Secondo conflitto mondiale sino al nostro presente. Dal nonno Ermes in avanti, un solo destino: quello che spezza, che consuma, che frantuma. Nessuno sa veramente restare (metaforicamente e non) dov’è, e in effetti ricorre di generazione in generazione l’espressione “fare baracca e burattini”. Nessuno sa tenere le persone che ha amato o quello che ha costruito. Tanto più il padre di Elle, Ranieri, che crede, da medico, di poter sollevare dal dolore e dalla vita i malati terminali e si trova al centro di una campagna mediatica che, nel corso del tempo, lo svilisce (“il medico che voleva giocare a fare Dio”) e lo espone a relazioni pericolose. L’unico luogo che calamita episodicamente le tre generazioni è la Casa Blu, una capanna vicino al mare che, con il tempo, è diventata un rifugio, uno studio, una residenza.

    Proposto da Massimo Gramellini al Premio Strega 2025 con la seguente motivazione:
    «Confesso di avere un debole per le storie familiari che incrociano la Storia, e quella di Buzzolan abbraccia un intero secolo (dal 1925 al 2025), attraversando quattro generazioni. Poi c’è la lingua. Limpida, letteraria, però mai compiaciuta. E non era facile, perché l’autore ha scelto di affidare il racconto a sei voci narranti (Eros, Emma, Elle, Ranieri, Tonino e Ada). I narratori si alternano – ora integrandosi a vicenda, ora rettificandosi, ora addirittura contraddicendosi – alle prese con il destino comune che pare segnare la famiglia, quello di “piantare baracca e burattini” e di andarsene sempre, da tutto e da tutti, si tratti di una scelta lucida e consapevole, di una costrizione, di una resa o di una fuga vigliacca. Dalla Resistenza al boom economico, dagli anni Settanta ai giorni nostri, i personaggi di Buzzolan – non semplici “funzioni” del plot, ma vere e proprie persone di cui pare possibile, pagina dopo pagina, sentire le emozioni – attraversano il secolo, i suoi sogni e i suoi orrori, allontanandosi continuamente dal proprio centro e continuamente tentando un ritorno che soltanto a uno di loro sarà consentito. C’è però un luogo capace di attrarli con costanza, una sorta di campo-base a due passi dal mare: la “Casa blu”, nata negli anni ’30 come baracca e cresciuta nel tempo fino a diventare dimora accogliente. È lei – autentico personaggio vivente – la testimone di tutte le loro scelte, degli amori, degli scontri, delle generosità e delle miserie. Soprattutto, è lei la custode – assai gelosa – del segreto che ha dannato l’intera famiglia e che, in pari tempo, potrebbe redimerla. Sono convinto che un’opera come Baracca e burattini, tanto geometrica e appassionata, tanto lucida e sconvolgente, figurerebbe degnamente tra i candidati al Premio di quest’anno.­­»

    21,00
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  • Sempre a un passo da te. La storia di rinascita di una ragazza grazie al suo cane

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    Non c’è ragione per essere tristi: Emma ha tanti amici, va bene a scuola, è appena tornata da un anno di studio negli Stati Uniti ricco di esperienze. È una ragazza brillante, con una vita serena. Però la tristezza si insinua nella sua testa e non ne vuole uscire, si insedia nel suo corpo e lo rende sempre stanco. Non serve a molto che amici e familiari la incoraggino a sorridere, le chiedano cosa non va, la circondino di attenzioni e amore. Non serve, perché la depressione e il disturbo borderline non si scelgono, e sono difficili da sconfiggere. Ma la speranza di uscirne, attraverso un lungo e impegnativo percorso di cura, c’è, e in più si presenta a Emma con le sembianze di un batuffolo di pelo: è Viola, un cucciolo di cane trovato per strada che, da quando si incontrano, non la lascerà più, vivendo con lei un’avventura intensa e dolcissima, e diventando così il primo cane specializzato in assistenza psichiatrica in Italia. Perché un cane dà la forza e la motivazione per occuparsi di lui, e quindi di se stessi. E può insegnarci che da ogni caduta ci si può rialzare. Età di lettura: da 10 anni.

    Parole chiave: animali selvaggi, Temi personali e sociali (bambini e ragazzi), Corpo e salute (bambini e ragazzi)

    16,00
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  • Le streghe non dormono

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    La golena: un luogo senza tempo, una terra fertile tra il Po e l’argine che salva dalle inondazioni, ma che in inverno si trasforma in un luogo di nebbie, misterioso e avvolgente. È nel fienile di una casa semidiroccata di golena che Paolo, dodici anni, viene trovato privo di sensi con una profonda ferita alla testa. Con gli amici era andato a giocare sfidando i proprietari, Luigi Morosini, un uomo violento con un debito verso la giustizia, e la moglie Elvira, che nel paese di Fossanera descrivono come una strega, anche se poi non poche donne vanno da lei di nascosto a farsi fare i tarocchi. Gli altri ragazzi non sanno che cosa sia successo, ma non è difficile puntare il dito contro il Morosini. Certo, è possibile che Paolo avesse visto qualcuno che non doveva vedere proprio lì, dai Morosini, proprio in quel freddo pomeriggio invernale… Paolo è in coma, non si sa se ce la farà, ma intanto il vaso di Pandora dei segreti del paese è stato scoperchiato e mentre la polizia indaga, tallonata da vicino da Pietro Incantevole, giovane cronista della stampa locale, nessuna famiglia si sente più al sicuro…

    16,90
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  • Malbianco

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    Il quarantenne Marco Petrovici, originario della Puglia, si è trasferito a Berlino, cercando una vita diversa lontano dalla sua terra d’origine. Tuttavia un giorno la sua routine viene stravolta da misteriosi svenimenti, segnali di un malessere che sembra sfuggire a ogni spiegazione razionale. In cerca di sollievo e risposte, Marco decide di tornare nella sua terra d’origine, nella campagna tarantina, dove i genitori anziani vivono in una casa circondata da querce e roveri. Marco si dedica a loro con amore, ma si sente schiacciato dai sensi di colpa e dalle aspettative mancate. Si rende conto che il suo malessere ha radici profonde, nascoste nella memoria familiare densa di silenzi e misteri. Un ricordo d’infanzia lo guida: un mendicante che suonava il violino sotto la neve. Con l’aiuto della zia Ada e di un diario ritrovato, Marco inizia a decifrare la storia nascosta della sua famiglia e i segreti iniziano ad affiorare: la vita travagliata della bisnonna Addolorata, cresciuta come trovatella e diventata asinaia, e quella dei nonni Demetrio e Vladimiro, segnati dalla guerra e dalla perdita. La riscoperta delle proprie radici spinge Marco in un profondo viaggio interiore, guidato dall’eco di una ninna nanna yiddish cantata durante la sua infanzia e dalle domande che sfidano i silenzi della sua famiglia. Attraverso il romanzo “Malbianco”, Mario Desiati racconta la lotta di una generazione per confrontarsi non solo con il mondo esterno, ma anche con le proprie origini e identità. Il passato, come una patina opaca, avvolge gli alberi genealogici e le coscienze, e solo affrontandolo è possibile affrontare quei segreti che infettano i tronchi e le vite.

    21,00
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  • La prima regina

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    Villa Reale di Monza, 1868. Due donne, diverse per nascita e posizione sociale, si trovano a condividere una battaglia comune: la conquista della propria libertà. Da un lato c’è Margherita, che entra nella Villa come sposa del principe Umberto. Un matrimonio che ben presto si rivela essere una farsa, un legame di convenienza stabilito solo per poter generare un erede maschio. Margherita non vuole vivere all’ombra del marito, e con tenacia e intelligenza, riesce a guadagnarsi l’affetto del popolo italiano e l’ammirazione della nobiltà, trasformandosi nella Prima Regina d’Italia, una figura iconica che sarà ricordata per la sua forza e indipendenza. Dall’altra parte della scala sociale c’è Nina, una semplice sguattera che entra nella Villa Reale per lavorare. Nina non ha mai visto il lusso, lei non è altro che una pedina, prigioniera di un mondo fatto di manipolazioni e segreti. Eppure, grazie all’aiuto di un anziano maggiordomo, impara a leggere e scrivere, scoprendo così un nuovo mondo di opportunità. Nina cambierà la sua esistenza e la sua vita si incrocerà più volte con quella della regina Margherita, portandola a prendere decisioni che cambieranno per sempre il suo destino. “La prima regina”, romanzo storico ambientato nell’Italia del XIX secolo, ci racconta le storie di due figure femminili apparentemente distanti, ma unite dalla stessa determinazione di non essere sottomesse alle regole imposte dalla società. Un’opera che celebra l’emancipazione delle donne in un’epoca in cui il loro destino era spesso già scritto.

    20,00
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  • Perduto è questo mare

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    Libro presentato da Giorgio Ficara nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2025.

    Un libro in cui esperienze e ricordi riaffiorano dolci ma taglienti, mentre Elisabetta Rasy si interroga: è possibile reinventarsi una paternità ideale, altrove? E ancora: nella memoria incontriamo davvero di nuovo le persone amate e scomparse? E i conti finalmente tornano?

    “Napoli, anni Cinquanta. Una città tanto piena di luce da sembrare quasi fatata. Ma anche devastata dalla guerra e dimenticata dalla storia. Da lì, all’improvviso, una ragazzina viene portata via, lasciando per sempre il padre nell’ombra di una casa elegante e fatiscente. Lei crede di dimenticarlo ma, molti decenni dopo, la morte di un amico e maestro amato, lo scrittore napoletano Raffaele La Capria, fa riemergere dal fondo della memoria l’immagine di lui. Della stessa generazione, i due uomini hanno avuto un diverso destino: l’uno realizzato nei suoi libri, l’altro murato nella sua solitudine. Eppure entrambi sono stati ammaliati e respinti da quella città di incanto e desolazione, entrambi scossi e feriti da intimi segreti. Così sullo sfondo dei loro desideri e tormenti comincia un viaggio nella terra straniera del passato, e si snoda la storia di quella ragazzina che cresce e si forma sotto il segno della diversità, in un’Italia poco accogliente per le donne che non si adeguano alle regole del gioco femminile. “”Perduto è questo mare”” è un romanzo profondo ed emozionante su un difficile affetto filiale e su un potente sentimento d’amicizia, un’immersione nel regno remoto dei padri, costellato di amori intensi, abbandoni, allegrie e malinconie, che rimanda a echi lontani: da Enea sceso negli Inferi per cercare Anchise, a Kafka con la sua lettera al genitore carica di risentimento.

     

    Proposto da Giorgio Ficara al Premio Strega 2025 con la seguente motivazione:
    «La definizione stessa di “romanzo”, in effetti, appare insufficiente per descrivere un libro straordinariamente composito in cui l’arte del ritratto, l’affresco memoriale e la riflessione (sottilissima) su un’epoca difficile, si legano in un dettato originale. Due personaggi, un padre sognatore, allegro, sventato, inconcludente, evanescente, e a suo modo funesto, e un amico famoso e intelligentissimo, Raffaele La Capria, tengono la scena. Se il padre – aviatore sotto il fascismo, poi avvilito fainéant nella Napoli del dopoguerra – rappresenta una specie di fatale sottrazione nella vita della figlia, l’amico scrittore, uno dei sommi del nostro tempo, è il “di più” di spirito, stile e ispirazione cui ogni vita ambirebbe. La forma stessa del libro si piega con grande naturalezza ora alla vicenda del padre, progressivamente tortuosa, ora al magnifico ritratto, per quadri pressoché slegati e fermi, di La Capria: un uomo affascinato dalla “riposante superficie della vita” come dai suoi abissi; uno scrittore-filosofo che osserva il dolore nelle cose stesse; un camminatore, come Palomar, tormentato dalla nostalgia del “paesaggio perduto”… Perduto è questo mare contiene sullo stesso piano narrazione e meditazione, e memoria classica, appunti, sospensioni critiche, come in un vero romanzo. Particolarmente prezioso oggi, nel tempo della sua (decisiva?) reductio all’unum della cronaca e del resoconto.»

    18,00
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