• La chiave delle ombre

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    Nel cuore del Galles, nel 1783, si intrecciano storie di magia, mistero e segreti sepolti, in un racconto che fonde l’atmosfera gotica con la suspense di un thriller. Protagonista di questa storia è Henry Talbot, un giovane medico che accetta di trasferirsi nel remoto villaggio di Meirionydd, dove la lingua locale gli è sconosciuta e la vita è ancora regolata da antiche superstizioni. Poco dopo il suo arrivo, Henry scopre che il suo predecessore è morto in circostanze misteriose e che qualcosa di sinistro si nasconde tra le ombre del villaggio. A turbare ulteriormente la sua ricerca di risposte è un simbolo criptico che appare nei luoghi più strani. Le sue indagini lo portano a entrare in contatto con Linette Tresilian, la signora del maniero, una giovane donna che, pur vivendo circondata da libri di magia, nega ogni connessione con il mondo occulto. Senza più il padre e con una madre sull’orlo della follia, Linette sembra conoscere i segreti più oscuri del villaggio, e si allea con Henry in una pericolosa ricerca della verità. Tra superstizioni e magia, la loro ricerca li porta a svelare verità terribili, unendo i loro destini in modi che non avrebbero mai immaginato. “La chiave delle ombre” è un avvincente mistery storico che unisce sapientemente elementi di mistero, folklore e magia, un’opera imperdibile per gli amanti del genere.

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  • Di spalle a questo mondo

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    Libro presentato da Giulia Ciarapica nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2025.

    Se è vero che ogni esistenza viene al mondo per incarnare un dramma, quello di Ferdinando Palasciano e di sua moglie Olga Pavlova Vavilova è tra i più dolenti e irriducibili: è il dramma dell’imperfezione.

    Il pendolo è muto. Ferdinando e io studiamo le grandezze del tempo sprofondate in un orologio fermo. C’è una gioia selvatica in questa stanza. Facciamo gli amanti in ginocchio, uno di fronte all’altra, con l’impulso a prenderci. Ma ci siamo intimiditi nella morte. Io gli dico che sento intorno a me una luce cieca. È uguale a quella delle primavere russe.

    «In questo romanzo fatto di luci e ombre, in cui la storia individuale è sapientemente innestata in quella collettiva, Wanda Marasco raggiunge il culmine assoluto di un affondo nell’umano che da Il genio dell’abbandono non smette di abbagliare e di sorprendere. Ogni frase, ogni parola è sapienza e cura. E la cura – come scrive l’autrice – è quasi tutto». – Elisa Ruotolo

    «In Wanda Marasco colgo almeno due tratti decisivi: la raffinatezza della scrittura, che occupa tutte le gradazioni dei registri linguistici, e lo slancio drammatico portato entro la narrazione, che dà ai personaggi uno stacco e un dinamismo straordinari». – Cesare Segre

    Fin da bambino Ferdinando ha odiato la morte al punto da fare della salvezza la sua ossessione di medico. Ma una vocazione così grande, scontrandosi con le iniquità subite, non può che fallire e trovare casa nella follia. Olga, nella sua infanzia a Rostov, ha dovuto misurarsi proprio con l’alienazione materna, quintessenza di Storia e fragilità. Unico scampo da essa la fuga, frenata da una radice nascosta sotto la neve e dalla zoppia, che diventa destino e comunione con l’imperfetto. Ma si può vivere a un passo dall’ideale? Ferdinando, dal buio della sua ratio opacizzata, continuerà a salvare asini e pupi; mentre Olga, pur guarita dalla scienza e dall’amore di Ferdinando, tornerà a claudicare. Voi non credete che quando ci spezziamo è per sempre? La domanda che Olga rivolge al pittore Edoardo Dalbono è sintesi di una irreparabilità e di una caduta che restano perenni.

    Proposto da Giulia Ciarapica al Premio Strega 2025 con la seguente motivazione:
    «Di spalle a questo mondo di Wanda Marasco (Neri Pozza) è di certo un romanzo ispirato al racconto della vita di Ferdinando Palasciano, primo chirurgo a proclamare il principio di neutralità dei feriti di guerra e che, come quel Vincenzo Gemito che pare consegnargli il testimone, trovò nella follia uno sguardo più lucido sulla realtà. Così com’è anche il romanzo di un’altra protagonista, Olga Pavlova Vavilova, moglie di Palasciano. Ma dire che il romanzo di Marasco si limiti a questo, vorrebbe significare la negazione di un senso più profondo dell’intera storia, fatta innanzitutto di ricerca stilistica più che di trama. Se è vero che la claudicanza di Olga è pronta a trasformarsi in una zoppia universale, che appartiene a noi tutti – uomini e donne di ieri e soprattutto di oggi –, è altrettanto vero che questa claudicanza interiore ha uno scopo principe in questo romanzo, quello di attribuire una verità alla fragilità umana. Marasco parte dal corpo, e in primo luogo quello dei due protagonisti, per far sì che proprio questo strumento umano si trasformi in uno strumento di scrittura, un mezzo attraverso cui l’autrice – con tutta la sua personalità drammaturgica – ci racconta chi siamo stati e cosa continuiamo a essere. Lo fa con una lingua che non ha altri punti di riferimento se non sé stessa, un lavoro di artigiano raffinatissimo che unisce più dimensioni: la lingua di appartenenza, quella delle madri, quella d’origine casalinga (dunque dialettale); quella imparata, con lo studio e la pazienza; e quella della poesia, grazie a cui Marasco, con pochi termini sontuosi e tuttavia terreni, riesce a dare parola e sostanza all’invisibile che rincorriamo ogni giorno.»

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  • La maestra del vetro

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    Autor* : Tracy Chevalier
    Traduzione di : Massimo Ortelio
    Editore ‏: Neri Pozza (17 settembre 2024)
    Collana : I narratori delle tavole
    ISBN-13 : 9788854529687
    Pagine : 400
    Formato : Brossura

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